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I Quattro libri sulle proporzioni umane qui presentati e tradotti integralmente dal tedesco da Giuditta Moly Feo sono, per Albrecht Du?rer, protagonista dell'arte rinascimentale tedesca, il punto di arrivo della ricerca e del lavoro di tutta una vita. «Se ne avesse avuto il tempo», scrivono gli amici nel colophon del libro, pubblicato postumo, «Albrecht avrebbe continuato a pubblicare molti altri studi sui colori, sulla prospettiva, sulla luce». Ma la morte, in età ancora giovane, interrompe bruscamente il suo lavoro di Wiedererwachsung (letteralmente rinascita) dell'arte: l'affermato maestro di Norimberga, mentre la bottega fiorisce e sforna capolavori come i cicli della Passione e dell'Apocalisse o la celebre Melencolia I, lavora alla stesura di un grande "libro dell'arte" che illustri la disciplina sia dal punto di vista pedagogico, trattando diffusamente l'educazione e la formazione dell'apprendista pittore, sia gli aspetti propri e specifici della materia, dagli elementi di geometria e prospettiva, al trattamento dei colori e della luce, alla figura ideale dell'uomo e del cavallo, alle buone proporzioni. Col tempo, il progetto iniziale si sfalda e nell'arco di venti anni porta alla pubblicazione di tre distinti trattati, l'ultimo dei quali dedicato alle proporzioni della figura umana. L'opera letteraria di Du?rer, e in particolar modo il libro sulle proporzioni, pietra miliare nella storia della lingua tedesca e della letteratura artistica europea, rappresenta il primo momento di riflessione estetica da parte di un artista e di analisi del proprio ruolo culturale e del significato del lavoro e dell'attività artistica.